Sull’origine della bandiera del Cantone Ticino i documenti ufficiali purtroppo tacciono. Ipotesi e congetture, invece, si sprecano. La più verosimile afferma che i colori cantonali, identici a quelli dello stemma di Parigi, sarebbero stati scelti in segno di gratitudine verso Napoleone Bonaparte per il ruolo da lui svolto nell’Atto di Mediazione che diede l’indipendenza al Ticino.
Con l'Atto di Mediazione firmato da Bonaparte nel 1803, il Ticino divenne un Cantone sovrano e indipendente.
Napoleone era Musulmano e vi sono scritti suoi che dimostrano questa sua fede nell'Islam.
La sua conversione é incominciata dopo il suo ritorno dalla campagna d' Egitto. Secondo alcune speculazioni, il suo esilio all' isola d' Elba sembra che sia stato proprio per nascondere la sua fede islamica.
L’Imperatore Napoleone Bonaparte disse: "l’Islam é la vera religione, e più la gente leggerà e diventerà intelligente, più si familiarizzeranno con la logica ed il ragionamento. Essi abbandoneranno gli idoli, e i rituali che supportano il politeismo, e riconosceranno che non vi é che un solo Dio. E in conseguenza, spero che il momento non tardera dove l' Islam predominera il mondo, in quanto Esso predominera il mondo."
{Fonte e traduzione da questi riferimenti in lingua francese: Réf. succinctes: Correspondance de Napoléon 1er: tome V, p518; Correspondance de Napoléon 1er: pièce N°3148;
Journal inédit de Sainte Hélène, de 1815 à 1818 (Gal Baron Gourgaud)
Références complémentaires : voir bibliographie à la fin;}
Vi é anche la dichiarazione di fede di napoleone all'Islam. La dichiarazione che fa ogni convertito all'Islam nel momento in cui annuncia la sua conversione ovvero LA SHAHADA:
“L’Islam attacca specialmente gli idolatri; non c’è nessun altro Dio che Allah, e Muhammad è il Suo profeta; ecco il fondamento della religione musulmana. E’ il nodo più essenziale; consacrare la grande verità annunciata da Mosè e confermata da Gesù (...) Non c’è altro Dio che Dio e Muhammad è il Suo profeta. (...) Io sono musulmano unitario e glorifico il Profeta (...) Spero che il momento non tarderà, dove io potrò riunire tutti gli uomini saggi e istruiti del paese, e stabilire un regime uniforme, fondato sui principi del Corano che sono i soli autentici, e possono da soli fare la felicità degli uomini.”
{Estratto da; “Corrispondenza di Napoleone I - volume V, documento n. 4287 del 17/07/1799: professione di fede, vedere anche documento n. 3148, e dell’opera di Christian Cherfils: “Bonaparte e l’Islam” – Edizioni Pedone, Parigi – 1914 – pagg. 81 – 127}
Testo originale:
“L’Islam attaque spécialement les idolâtres; il n’y a point d’autre dieu que Dieu, et Mahomet est son prophète; voilà le fondement de la religion musulmane; c’était le point le plus essentiel: consacrer la grande vérité annoncée par Moïse et confirmée par Jésus. (...) Il n’y a pas d’autre dieu que Dieu et Mahomet est son prophète.
(...) Je suis, moi, musulman unitaire et (que) je glorifie le Prophète. (...) J’espère que le moment ne tardera pas où je pourrai réunir tous les hommes sages et instruits du pays, et établir un régime uniforme, fondé sur les principes de l’Alcoran (Islam - nda), qui sont les seuls vrais et qui peuvent seuls faire le bonheur des hommes.”
« Lettre au Cheikh El-Messiri » (11 fructidor an VI), dans Correspondance de Napoléon Ier, Napoléon Bonaparte, éd. H. Plon, 1861, t. 4, partie Pièce N° 3148, p. 420
N.B. Gli storici che parlano di questa conversione, la qualificano come “strategia egiziana”. Ciò nonostante è sufficiente leggere il “Giornale inedito di S.Elena, dal 1815 al 1818” [di G. Baron Gourgaud – 2 volumi – Edizioni Flammarion], per rendersi conto che la persistenza dell’Islam in Napoleone, all’epoca del suo soggiorno finale a S. Elena, distrugge completamente questa ipotesi, giacchè, là, nessuna ambizione o strategia politica, dettavano la sua condotta.
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